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Per
celebrare il Chocotour ad Alba, è stata creata, dal
pasticcere Giuseppe Sacchero, la pralina al tartufo bianco
d'Alba; è stata elaborata grazie alla preziosa collaborazione
del Centro Nazionale Studi Tartufi, che, oltre a fornire
il tuber ha messo a disposizione le sue competenze al fine
della creazione di un cioccolatino particolare creato esclusivamente
con tartufo fresco di ottima qualità, senza aggiunta
di aromi o essenze. Ora vi parleremo del Centro Nazionale
Studi Tartufo (www.tuber.it).
Il Centro Studi è attivo dal 1996, quando nacque
per volontà dell'Ente Turismo Alba Bra Langhe e Roero.
Negli anni il Centro Studi ha collaborato con i più
autorevoli centri di ricerca, in particolare con il Centro
Studi Micologia del Terreno del CNR di Torino e l'Università
di Torino. Il Centro Studi si è distinto fin dai
primi anni per una attività del tutto innovativa
nel mondo del tartufo: l'analisi sensoriale. L'obiettivo
è indagare, con rigore e metodo scientifico, circa
le capacità dell'uomo di descrivere sistematicamente
i profili sensoriali del tartufo.
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SCIEGLIERE
UN BUON TARTUFO
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Condizioni
ambientali:
Si origina in ambienti freschi, umidi a 10-15 cm nel sottosuolo
ad una temperatura media di 6°C. Dalla diffusione di sapore
si sviluppa un micelio che avvolge gli apici radicali di una
pianta appartenente alle specie predisposte. Da qui si origina
la micorriza che si sviluppa in simbiosi con la pianta sino
a evolversi in carpoforo. |
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Modalità
di raccolta:
Legge 752 del 16/12/1985
Il periodo di raccolta viene disposto dalle Amministrazioni
Provinciali (solitamente è compreso tra settembre e
gennaio). La raccolta è libera nei boschi e nei terreni
non coltivati. E' vietata nelle tartufaie private e nelle
aree rimboscate da meno di 15 anni. |
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Modalità
di acquisto:
L'acquisto è possibile nello stesso periodo della raccolta
trattandosi di un prodotto fresco altamente deperibile. E'
possibile acquistare tartufi da commercianti e da cercatori
abilitati provvisti di tessera regionale.
Consigli per l'acquisto:
- Consultare fonti attendibili sull'andamento del mercato.
- Accertarsi che la specie sia quella richiesta.
- Controllare che i buchi non siano riempiti con terra.
- Controllare che il tartufo non sia stato "insabbiato"
per
- alterarne il colore.
- Controllare la piacevolezza all'olfatto in ogni suo punto.
- Controllare il grado di maturazione.
- Controllare il livello di pulizia.
- Controllare che l'esemplare non sia ricostruito. |
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Modalità
di conservazione:
In ambiente fresco ad una temperatura dai 3° ai 6°C,
meglio se avvolto in un panno e riposto in un contenitore
in vetro: in questo modo un tartufo fresco può mantenersi
inalterato per circa una settimana. L'errata conservazione
può accellerare il processo di deperimento. |
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Difetti
possibili:
Grado di maturazione insufficiente: quando il
tartufo non ha raggiunto un buon livello di maturazione
le sue caratteristiche non sono adeguate al consumo.
Odori sgradevoli: in alcuni casi di deperimento
emana effluvi di ammoniaca, metano e formaldeide.
Presenza di Micosi: si manifestano con alcune
macchie brune sul peridio, variano profumo e consistenza
alterandone la piacevolezza.
Assenza di integrità: sono possibili stati
di deperimento dovuti alla presenza di parassiti; inoltre
è possibile riscontrare la presenza di scalfiture
dovute a unghiate del cane utilizzato nella cerca.
Gommosità: questa caratteristica si presenta
in esemplari non freschi o non conservati adeguatamente. |
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Consumo:
Il tartufo bianco è ideale come condimento crudo, tagliato
a fettine molto sottili (foglioline) su piatti semplici e
poco conditi. |
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